Caserecce con cavolo nero, la ricetta delle monache

Salsiccia e pecorino per un piatto rustico e saporito

Caserecce con cavolo nero

Salsiccia e pecorino per un piatto rustico e saporito

 

Preparazione e ingredienti per quattro porzioni: per realizzare il piatto servono 400 grammi di caserecce, 4 salsicce, 6 foglie di cavolo nero, uno spicchio d’aglio, un rametto di rosmarino, una cipolla rossa, un bicchiere di vino bianco, olio extravergine d’oliva e sale quanto basta.

La preparazione inizia con la pulizia delle foglie di cavolo nero, privandole della parte più coriacea. Le foglie vanno tagliate finemente per garantire una cottura uniforme.

Nel frattempo, si prosegue con la preparazione del soffritto: in padella viene scaldato un fondo di olio extravergine di oliva, a cui si aggiunge la cipolla rossa tritata finemente, preferita per il suo gusto più deciso rispetto a quella bianca. Una volta appassita, si uniscono l’aglio e il rosmarino sminuzzato, che daranno al piatto la nota aromatica necessaria.

A parte, si privano le salsicce del budello e si schiacciano con la forchetta, per favorire una cottura uniforme e veloce. Una volta dorate nel soffritto, si procede alla sfumatura con il vino bianco, lasciando evaporare completamente la componente alcolica a fiamma vivace.

In parallelo, si porta a ebollizione una pentola d’acqua salata, dove vengono sbollentate le foglie di cavolo per pochi minuti. Questa acqua, ricca di nutrienti rilasciati dal cavolo, verrà riutilizzata per cuocere la pasta.

Le caserecce, preferibilmente realizzate con grano antico Senatore Cappelli macinato a pietra, vengono quindi calate nella stessa acqua in cui è stato cotto il cavolo. Questa scelta permette di conservare e valorizzare tutte le proprietà del cavolo nero, senza sprechi.

Una volta cotta la pasta, si trasferisce nel tegame con il condimento di salsiccia e cavolo, e si salta brevemente per amalgamare i sapori. A completamento, una generosa spolverata di pecorino grattugiato esalta il sapore deciso del piatto.

Fasi principali della ricetta:

  • Preparazione del cavolo: pulizia, taglio e sbollentatura

  • Soffritto: cipolla rossa, aglio e rosmarino in olio evo

  • Cottura della salsiccia: tolta dal budello, rosolata e sfumata col vino

  • Unione del cavolo: aggiunto al soffritto con la salsiccia

  • Cottura delle caserecce: nella stessa acqua del cavolo

  • Mantecatura finale: pasta e condimento in padella

  • Impiattamento: guarnizione con pecorino

Nel corso della puntata de La Cucina delle Monache, andata in onda il 6 aprile 2025, le due protagoniste, Miriam ed Eleonora, hanno illustrato il procedimento con un tono pratico ma affettuoso, sottolineando l’importanza della tradizione e della materia prima.

Il cavolo nero, spesso trascurato in passato, è stato rivalutato anche in ambito gastronomico per il suo apporto nutrizionale e la versatilità in cucina. Dalle parole delle monache si evince l’orgoglio per un orto autosufficiente che produce cavoli, grano e altre verdure in abbondanza.

Le salsicce, di origine locale, sono considerate una base essenziale nella cucina del territorio, ma la ricetta può essere adattata: chi desidera una variante più leggera può sostituire con carne macinata o pancetta.

Un dettaglio interessante riguarda la scelta della pasta: le caserecce utilizzate nel piatto sono frutto di una lavorazione artigianale interna, prodotte con grani antichi riseminati dalle stesse monache e macinati a pietra. Il risultato è un formato che tiene bene la cottura e trattiene il sugo, ideale per piatti corposi come questo.

L’aspetto conviviale della preparazione è stato valorizzato nel programma anche con battute e interazioni tra le due protagoniste. A chiusura, entrambe hanno assaggiato il piatto, definendolo “buonissimo e saporito”, lasciando intendere che la semplicità degli ingredienti e l’autenticità della preparazione sono il vero punto di forza.

Dalla cucina del convento alla tavola di casa, questa ricetta rappresenta una sintesi di sapori rustici, valorizzati dalla competenza e dalla cura delle monache, che uniscono spirito comunitario e amore per la cucina locale.

Un piatto completo, genuino e ricco, che continua a raccontare la storia del territorio e della sua gente, anche attraverso una semplice forchettata di pasta.

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