Come agnelli in mezzo ai lupi:un’ alterità possibile
di Miriam D’Agostino ( Sr.Myriam)
” Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”, sembra essere un’affermazione fuori da ogni ragionevolezza, sappiamo tutti come potrebbe andare a finire, e di certo non è un happy end.
Non affrettiamoci a dare letture troppo ingenuamente scontate del Vangelo che domenica la Liturgia ci consegna, con affermazioni del tipo “dobbiamo pregare per le vocazioni”, “tanto ci pensa la provvidenza”, “nuova evangelizzazione” e tutto quello che spesso sentiamo.
Né Luca, né tanto meno Gesù erano preoccupati di risolvere la questione vocazionale mondiale, così come oggi noi intendiamo, non erano preoccupati di riempire seminari o case religiose.
Con questa immagine paradossale, che dovrebbe farci sobbalzare dalla sedia, che dovrebbe risvegliare l’attenzione, davanti alla quale per un attimo sarebbe opportuno fare silenzio e sospendere la retorica sul buonismo che spesso accompagna questo e altri passi del vangelo, ci viene consegnato il fine di ogni “invio”, di ogni “missione”,
L‘invio dei 72, numero simbolico per indicare tutti i popoli pagani conosciuti all’epoca (cfr. Gen10), con il quale Luca intende sottolineare l’universalità del messaggio evangelico. Intendendo per universalità non solo tutte le bandiere in sfilata, ma la possibilità di una parola che porti Vita ovunque e a ciascuno, nessuno escluso.
L’invio dei 72 ha questa caratteristica di essere come “agnelli in mezzo a lupi”, che secondo una logica più vicina al nostro quotidiano pensare, una “missione” cosi si dimostra fallimentare sin dall’inizio
Caratteristica essenziale della missione è rendere le cose “essenziali”, ossia portare la Parola con autenticità , ciò non significa andare in giro a “scrocco”, mangiando sulle spalle altrui, aspettando che la manna piova dal cielo, non significa essere vagabondi, ma pellegrini vivendo di ciò che mi basta oggi, perchè ciò che mi è superfluo lo sto togliendo ad altri.
Come “agnelli in mezzo ai lupi”, cioè senza violenza, senza presunzione, senza azioni di potere, senza menzogne, senza sopraffazioni.
Agnelli in mezzo ai lupi significa non omologati alla massa, se tutti sono lupi perché abituati ad esserlo, educati ad esserlo, perché la vita ad un certo punto sembra non avere altre scelte che esserlo, perché o sei del “branco” o questo ti divora.
La Parola evangelica è quello di essere la “proposta” che non nessuno si aspetta, nessun allevatore metterebbe il suo agnello in mezzo al branco di lupi.
L’agnello in mezzo al lupo non è immagine di remissività, di passività, di inconsistenza, è invece proposta di alterità, di diversità, di unicità non opposizione alla massa, non come un contro violento ed arrogante, ma presenza ferma e autentica di chi dentro porta con la sua sola presenza una Parola nuova, una possibilità altra che altri non hanno considerato possibile nella realtà.
Gesù non chiede di essere straccioni per le vie del mondo, non chiede di vivere alla giornata alle spalle degli altri, non chiede ai suoi una ipocrita fiducia nella provvidenza, non chiede di fare i mendicanti, non chiede di cambiare abito come fosse carnevale, ma determina l’unica modalità in grado di tradurre la sua Parola di vita capace di contenere la naturale conflittualità che si genera dentro ciascuno di noi, ma inserendo la “possibilità” dell’agnello.
Se la Parola che consegnano è quella della pace , dell’essenzialità, della condivisione, del perdono, ciò che indossano non può dire il contrario, i gesti non possono annunciare altro, gli strumenti non possono sostituirsi.
Buona domenica!
Grazie Sr Myriam
Grazie Sr Myriam