Educati alla vigilanza: costruisci la tua Arca
di Miriam D’Agostino ( Sr Myriam)
Il Questo nuovo anno liturgico che inizia con la I domenica di Avvento, paradossalmente ci fa iniziare al contrario, ci fa partire dalla fine, da quel capitolo di Matteo in cui ci sono le ultime parole di Gesù che parla delle cose “ultime”.
Si inizia dalla fine, da quello che avremmo lasciato per ultimo, di cui forse avremo preferito non parlare, di quello che spesso speriamo gli altri non ascoltino o dicano di noi.
Ad una prima lettura verrebbe da dire che se il nuovo anno deve iniziare che questi presupposti, allora meglio che non inizia proprio.
se deve iniziare pensando già a come catastroficamente deve finire, perchè allora perdere tempo e stare ancora ad aspettare l’Incarnazione anche quest’anno? A cosa serve? Che me ne faccio?
Ovviamente una prima risposta è : niente!
Non serve a niente, non ha un utile, non ha un profitto, non ci “guadagno” niente ad aspettare, se non il semplice gusto dell’attesa, il piacere per una volta di stare ad aspettare senza la pretesa del risultato, della buona riuscita, del miglior profitto.
L’Avvento è il tempo che ci educa ad assaporare la gratuità del non essere produttivi, ma costruttori, è il tempo che ci educa a non vivere ogni attesa sommersi dalla fretta, dalla paura di “non riuscire a”, ma di vivere nell’attesa solo perchè è tale.
Nonostante tutti predichiamo una buona educazione, nessuno più vuole fare la fila la posta, vuole aspettare il proprio turno, prima o poi troviamo sempre un modo per evadere dall’attesa e trovare una soluzione che sopprima la nostra ansia da prestazione.
Invece la buona notizia di questa domenica sta proprio tutta qui, di non vivere nella paura dell’attesa, siamo educati a vigilare , a re-stare in sospensione, in un tempo che pare non avere certezze, e che vive tutto orientato verso un’unica meta. Verso “il fine” delle cose e non solo “la fine”.
La vigilanza è il distintivo del cristiano, è il modo di stare nella storia per essere costruttori del Regno, che è “vicino”, prossimo, cioè accanto nel tuo tempo e nel tuo spazio, affianco a te alle tue scelte, alle tue stanchezze, alle tue domande, ai tuoi sorrisi.
La vigilanza è la modalità del vivere cristiano, non come parassiti della vita, ma come appassionati costruttori di un Regno che inizia ogni volta che lo incarniamo nel nostro tempo.
La perseveranza nella vigilanza non è l’atteggiamento dei sognatori, dei produttori di nuvole, dei fannulloni, ma dei consapevoli, di coloro che sanno riconoscere profeticamente i passi di Dio nel proprio cammino, di coloro che non soccombono ala paura di deliberare.
Matteo chiama in causa Noè con la sua arca, in quest’ultimo dei suoi cinque grandi discorsi, perchè?
Noè con la sua arca ha salvato quella parte di mondo che gli era stata donata e che solo lui poteva salvare.
E’ questa allora la vigilanza cristiana che il tempo di avvento vuole insegnarci: salva quella parte di mondo, quel pezzo di storia che ti è stata gratuitamente donata, perchè solo tu puoi farlo, solo tu puoi costruire quell’Arca.
Buona domenica e buon inizio di avvento !
Educati alla vigilanza: costruisci la tua Arca
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