Effata….APRITI!

Guarigione sordo muto
Guarigione sordo muto
Lectio divina Domenica 6 settembre 2015
Mc 7,31-3

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Non so quanto siamo pronti a credere che ogni volta che ascoltiamo la Parola, si consegna a noi una energia creatrice capace di trasformare le nostre vite, una forza di creazione nuova, l’incessante invito ad uscire allo scoperto per ciò che siamo in verità agli occhi di Dio.
Quanto chiusure, quante barriere, quanti muri ci ha consegnato invece la storia, quante separazioni, quanti mutismi; ogni chiusura porta con se il sospetto, l’intrigo, l’inganno, l’iperprotezione, la super difesa che invece di difendere ci isola, ci rende freddi, indifferenti alla bellezza che abbiamo accanto.
Marco ci accompagna ad essere testimoni di qualcosa che va al di là del miracoloso, del prodigioso, siamo ora fuori dalla Galilea, siamo in territorio pagano, tra Tiro e Sidone e Gesù viaggia in modo strano, da nord a sud, poi verso il Mare di Galilea, un percorso che sembra non avere nessuna logica, non è cronaca quella che stiamo leggendo, non è un percorso da navigatore, ma un itinerario della fede, un cammino di vita cristiana che esce fuori dai confini del religioso.
Gesù compie un’azione di vita straordinaria, fuori dalla nostra portata, oltre ogni nostro preconcetto di Lui e di come vorremmo che lui agisse per noi.

Gli presentano un uomo malato di sordità e non di mutismo, ma di balbuzia, prima ed unica volta che viene usato questo vocabolo nel NT, un uomo privo di ogni relazione perché non può comunicare, un uomo chiuso, paralizzato nel suo mondo, fatto di parole che non hanno musica. Un uomo la cui visione del mondo è parziale, limitata dal suo essere isolato. Glielo presentano chiedendogli un gesto rituale e religioso di guarigione, l’imposizione delle mani, pratica che attuava qualsiasi taumaturgo al tempo di Gesù e invece…l’azione di Gesù non è dolce e delicata come crediamo, ma è forte, dura, violenta, non gli sta facendo una carezza sulle orecchie e sulla bocca, ma gli ficca il dito nell’orecchio non forza, con energia e poi sulla lingua gli pone della saliva. La saliva è respiro condensato per un ebreo, è il nefesh che prende forma, consistenza, Gesù sta ricreando l’uomo a partire dalla sua sordità.
Rivolgersi al cielo è segno di comunione con il Padre, ciò che Gesù compie non è solo un atto, un’azione, un miracolo fine a se stesso , ma è rivelazione dell’identità del Padre, che mentre tutti lo credono punitivo nei confronti di quest’uomo malato, in questa pericope siamo certi che è totalmente Altro.

“Apriti”è la parola di guarigione di questa domenica, è la Parola di salvezza che il Vangelo ci consegna, apriti, non restare chiuso e immobile nelle tue fissazioni, nelle tue dipendenze, nelle tue pretese, nei tuoi rigorismi e preconcetti, nel tuo modo di leggere il mondo e gli altri supponendo che sia l’unico giusto, non essere il carceriere di te stesso, ma apriti, esci fuori, respira, guarda il cielo, goditi questa domenica dai sole.
Gesù continuamente invita ad aprirci, a fare della nostra vita una donazione reale, profonda, ricca di colori, apriti significa anche ascolta, sii pronto ad accogliere questa Parola di vita, l’unica capace di sturarti le orecchie e scioglierti la lingua.
E allora forse la vera azione di vita di questa Vangelo, non riguarda solo l’uomo balbuziente di 2000anni fa, ma la bellezza del dischiudersi primaverile delle nostre vite.

Buona domenica a tutti!

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