
Il lavoro dei campi
di Miriam D’Agostino (Sr Myriam)
IIl lavoro dei campi è fondamentale per la vita monastica, infatti San Benedetto nella sua magistrale Regola scrive:”saranno veri monaci quando vivono del lavoro delle loro mani”. La nostra Comunità ha cercato di riscoprire questa bellezza del lavoro proprio in un tempo come il nostro dove tutto sembra portarci così lontano, in un mondo poco reale, troppo virtuale, dove non si sanno cogliere le differenze dei colori, dei profumi, delle stagioni.
Il lavoro dei campi è fatica, sudore, dedizione, ma anche riscoperta del creato, della bellezza, della fisicità, della condivisione, della collaborazione, del lavoro di “squadra”, dell’ascesi come esercizio di conoscenza di sè davanti alla meraviglia del creato.
L’orto è uno spazio da curare,da convertire, da custodire, da rispettare, metafora della vita monastica che molto ha da imparare dalla scuola della natura.
Insieme al lavoro dell’orto, la nostra comunità ha scelto di integrarsi pienamente con il territorio in cui vive la sua storia, le sue relazioni, e quindi ha scelto da qualche hanno di dedicarsi anche alla raccolta delle olive e alla potatura degli ulivi. Le olive sono tradizionalmente raccolte (in Italia da metà ottobre a fine dicembre) su apposite reti, in alcune regioni battendo i rami con bastoni flessibili, in modo da provocare il distacco dei frutti, oppure in altre, attendendo la completa maturazione e quindi la loro caduta naturale dalla pianta dell’albero.
Una tecnica più moderna prevede l’utilizzo di abbacchiatori meccanici che scuotono i rami, ma con un maggiore danno per la pianta, e provocano la caduta delle olive su una rete predisposta a terra che permette poi di raccoglierle più rapidamente e con minore fatica.
Sei veramente un instrumento dello Spirito Santo.Grazie per la condivisione.
Il lavoro manuale che, in questo nostro povero mondo artificioso, viene considerato il lavoro dei poveri, è, in realtà, ciò che più di tutto ci rende liberi di pensare, riflettere, godere.