Il Regno a portata di mano: la prossimità di Dio
di Miriam D’Agostino ( Sr Myriam)
Non affrettiamoci a dare letture troppo banalmente scontate del Vangelo che domenica la Liturgia ci consegna, con affermazioni del tipo ” dobbiamo pregare per le vocazioni”, ” tanto ci pensa la provvidenza”, “nuova evangelizzazione” e tutto quello che spesso sentiamo. Né Luca, né tanto meno Gesù erano preoccupati per situazione vocazionale mondiale, così come oggi noi intendiamo.
Luca descrive un invio, un mandato numericamente universale di persone pronte ad annunciare e ad operare guarigioni, gente che ha fatto esperienza del bene cosi da poterlo contagiare ad altri , con una caratteristica specifica l’autenticità dell’essenzialità.
Rispetto questo passo evangelico è necessario porsi degli interrogativi: cosa annunciare? chi deve annunciare? come? quando? dove? e perché?; altrimenti corriamo il rischio di focalizzare la nostra attenzione su uno solo di questi aspetti.
Cosa? Che il Regno è vicino, non temporalmente per incutere paure e angosce sulla fine del mondo, non per rimproverare alla conversione, non per dire “datevi una mossa”, ma è vicino perchè è prossimo, ti sta accanto, ci vivi dentro, è raggiungibile, possibile, costruibile, non è l’al di là dei sogni, ma l’al di qua dei desideri.
Chi deve annunciare? I settantadue, numero simbolico per indicare tutte le nazioni conosciute al tempo di Gesù, significa tutti i popoli, non una massa amorfa di gente, ma settantadue, ossia ciascuno di esse, singolarmente e insieme.
Come? Con autentica essenzialità, che non significa andare in giro a “scrocco”, mangiando sulle spalle altrui, aspettando che la manna piova dal cielo, non significa essere vagabondi, ma pellegrini come dicevamo domenica scorsa, vivendo di ciò che mi basta oggi, perchè ciò che mi è superfluo lo sto togliendo ad altri. Come “agnelli in mezzo ai lupi”, cioè senza violenza, senza presunzione, senza azioni di potere, senza menzogne, senza sopraffazioni.
Quando e dove? Il vangelo inizia “dopo questi fatti“, ossia mentre prese la ferma decisione di dirigersi verso Gerusalemme, cioè solo quando ai ben chiaro dove dirigerti, qual’è la meta che vuoi raggiungere, stabilisci il quando delle tue giornate, del tuo vivere, se hai chiara la tua Gerusalemme sarai accompagnato nel cammino della vita.
E infine perchè? Perchè il ritorno sarà pieno di gioia, vivi una vita evangelicamente testimoniante e assaporerai la bellezza della gioia d chi vive con i piedi per terra, lo sguardo verso l’alto e la mano verso il prossimo.
Buona domenica a tutti!
siete sempre nel mio cuore sorelline e mi piace leggere le vostre parole peccato che non posso essere monaca un bacio a tutte voi qualsiasi cosa sempre per voi