Il Regno di Dio non è una concessione ma un dono
di Miriam D’Agostino (Sr Myriam)
“E’ piaciuto dare a voi il Regno”, non vi è nessun condizionale, nessun si, no, forse, solo se, magari , il Regno non è l’aspettativa dei meritocratici, ma la certezza di un dono già “donato”, consegnato nelle mani, di cui essere liberamente responsabili costruttori.
Luca dice chiaramente quali sono i gesti e le azioni necessarie in una comunità cristiana affinché ciascuno sia costruttore, operaio in questo grande cantiere della vita: vendere, dare, farsi borse che non si consumano, essere pronti, cingersi i fianchi e lampade accese.
Vendere la zavorra che ha imbrigliato il cuore, quel peso falsamente sicuro che la ricchezza produce, quella vacillante pretesa di poter avere tutto, subito, come voglio e quando voglio che il denaro illude di avere, vendi il superfluo che hai prima che diventi scarto per te, piuttosto che necessario per altri.
Dare, donare, perchè la gioia che viene dal dono non la trovi da nessun’altra parte per quanto tu possa cercarla, e solo quando scoprirai il dono che ti è stato fatto sarai capace di ridonarlo con gratitudine.
Essere pronti con i fianchi cinti, in quella dimensione del servizio che solo Gesù ha sputo insegnarci, perchè Lui per primo in quella Cena Pasquale si è cinto i fianchi con un asciugatoio che per Giovanni non ha mai più tolto. Cingi i fianchi, perchè è questa la postura pasquale, la dimensione evangelica della vita che ridimensiona ogni pretesa, ogni attaccamento, ogni rivalsa, rivincita, odio, vendetta.
Il Cristiano che veglia con le lampade accese, non è l’uomo, la donna, ferma in panchina ad aspettare, non è questa l’attesa alla quale Luca ci invita, ci stimola, ci provoca; la vera buona notizia di questa domenica sta tutta qui, nel vivere come lucerne accese, come fianchi cinti, nella dinamica pasquale che non ci vuole inermi ma costruttori, che non ci vuole rigidamente fermi nelle proprie vedute su Dio, l’uomo, la storia, ma in continua evoluzione, crescita, conversione.
E allora, buona domenica nella certezza che anche se “micron”, siamo tutti chiamati a costruire il nostro “pezzo di Regno”.
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