Io sono la via, la verità e la vita
di Miriam D’Agostino (Sr Myriam)
In questa quinta domenica del tempo di Pasqua veniamo improvvisamente catapultati indietro nel tempo, in quel giorno che abbiamo già liturgicamente celebrato, il giovedì santo nel memoriale dell’Ultima cena.“Non sia turbato il vostro cuore”, non abbiate paura, non restate sconvolti, non dubitate, non restate nella notte.
La paura si alimenta e si nutre con il dubbio negativo, con l’insicurezza che ti fa sospettare, mettere sempre e ovunque in discussione la buona fede dell’altro, la paura si alimenta dall’interno, non sono gli altri a farci paura, siamo noi che leggiamo la storia con gli occhi impauriti, con la notte nel cuore.
La prima Buona notizia di questa domenica, è certamente questa la paura non è l’ultima parola sulla nostra vita, sulla nostra storia, sulla nostra giornata, perché ci viene offerta e donata l’unica realtà che può superare ogni paura, che non ci lascia nella notte ma che ci permette di attraversarla, di andare oltre, al di là del noto che pensiamo di sapere di noi: la fiducia.
“IO SONO LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA”, non è un gioco di parole, non è un’astratta affermazione da affidare alla nostra idea di mistero, ma per Giovanni è una delle rivelazioni del Padre.
Via, in greco si dice “odon”, ed indica la dinamica del movimento che avviene in un via, sarebbe come dire la “viabilità” per usare un termine a noi più vicino, è la strada con tutta la dinamica di quelli che ci camminano sopra.
La verità, “aletheia” evangelica è l’umiltà di riconoscersi per come si è, smettendola di continuare a mentirsi e a mentire, di accettare di essere anche un po’ quello che gli altri vedono di noi, non è una risposta strutturata, concentrata, non è una sentenza, ma essa si rivela e si compie tra la dinamica della “via” e della “vita”, è al centro di queste due parole, non a caso, quest’ordine non può essere invertito o sovvertito secondo le nostre categorie.
La verità sta al centro perché tiene insieme la “via” e la “vita” in una dinamica che supera la ricerca spasmodica di una sicurezza indefettibile.
La vita che in Giovanni, non è bios, cioè vita biologica, mangiare, bere e dormire, ma è zoè, ossia tutta la vitalità della vita, e tutto ciò che ci dà vita, ci tiene in vita, ci appassiona nella vita, ci riguarda come vita, è quella energia pasquale che da quel sepolcro ormai è uscita e non può essere altrimenti; è l’indistruttibilità della vita pasquale capace di andare oltre la morte, e oltre ogni morte, ogni offesa, ogni rancore, bugia, conflitto, contesa, pretesa, egoismo, presunzione,violenza.
E’ la Vita dello Spirito, animata da essa, vissuta in esso, di quello Spirito che nella Pentecoste porterà a compimento la storia degli uomini e delle donne.
Buona domenica a tutti!
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