La logica del chicco di grano evolve la nostra creaturalità
di Miriam D’Agostino (Sr Myriam)
La logica del chicco di grano evolve la nostra creaturalità perché ci consegna ad una dimensione sempre nuova dell’esistere, quella del dono.La liturgia del tempo quaresimale ci pone oggi di fronte ad una parola che nuovamente ci scomoda, ci disloca, come abbiamo provato a vedere in queste settimane, e questa volta non perché ci porta in un altro luogo fuori di noi, ma perché ci “sposta dentro”.
“Se il chicco non muore…”quante volte al semplice udire queste parole ci siamo posizionati fuori dal messaggio evangelico, il solo verbo morire ci ha infastidito, turbato, messo alla prova.
La potenza di un chicco di grano è visibile solo nel momento in cui esso viene messo nelle condizioni possibili affinché le esprima tutte, non ovunque un chicco diventa grano.
La trasformazione del chicco necessita di un processo evolutivo affinché da seme diventi dono, non per caso e nemmeno per forza, non per religioso ossequio o per testardaggine, ma per formazione, per educazione, per tempo investito, per energie spese affinché questo accada.
Chi si occupa del lavoro dei campi sa bene che niente può essere lasciato al caso, bisogna lavorare la terra, trovare il tempo giusto per la semina e la raccolta, intuire le stagioni, dedicare e dedicarsi affinché quel seme diventi unico.
La logica del chicco di grano ci consegna la possibilità di fermarci e per un attimo darci la possibilità di guardarci dentro, di accoglierci nelle piccole cose, in quelle forse grandi quanto un seme.
Piccole cose che hanno necessità e desiderio di “esplodere”, non per salire su uno dei tanti “podi”che ci circondano, o che a volte ci costruiamo, ma perché altri abbiano la possibilità di fare lo stesso.
Gesù è archetipo di tutto questo, la sua donazione, il suo morire in questa nostra stessa terra come un chicco, ci ha donato l’esplosione della Risurrezione, come energia vitale affinché ciascuno possa entrare pienamente nella sua terra.
Buona domenica a tutti!
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