La notte evangelica ci educa ad uno sguardo profondo
di Miriam D’Agostino ( Sr Myriam)
La notte evangelica ci educa ad uno sguardo profondo, a stare in una postura pasquale che sa fare la differenza nelle piccole e grandi circostanze della vita, ci consacra all’attenzione. Eccoci giunti alla prima domenica di Avvento, inizio del nuovo anno liturgico, accompagnati e guidati dalle parole dell’evangelo di Marco che sigillano lo stare nel mondo del cristiano.Il cap.13 di Mc viene spesso indicato nei titoli “rossi”delle nostre Bibbie come il discorso escatologico, che non vuol dire un discorso sulle cose ultime, sulla fine del mondo, su che fine faremo.
All’interno del Vangelo queste parole hanno un altro gusto, un altro sapore, un altro senso, non vogliono parlarci “della fine”, ma “del fine” della storia e delle storie, vogliono rispondere a quella fatidica domanda di senso di cui tutti siamo affamati. Inizia con una esortazione esistenziale, che le nostre traduzioni semplificano con “vegliate”, qui il termine greco originale è “blèpete”, che vuol dire guardare in profondità. Marco ci invita quindi a non essere dei sonnambuli nella storia, ma ad imparare a guardare le cose nella loro profondità, a non essere superficiali, un po’ bonari, a prendere le distanze con un “più o meno”o “all’incirca”.
Guardare le cose in profondità significa guardarle nella loro interezza, anche da angolature diverse che forse non ci appartengono pienamente, ma che hanno necessariamente bisogno di un punto di vista altro e Altro.
Ma come è impossibile imparare a fare tutto questo?
Al v.35 ci viene indicata con la metafora temporale, delle ore della notte, dalla sera, passando per la mezzanotte fino al mattino seguente, che vi è un modo alternativo alla superficialità di stare nella propria e accanto alla storia altrui. La notte metafora dell’esperienza pasquale di Gesù dall’Ultima cena, al tradimento di Giuda, al canto del gallo con il tradimento di Pietro, passando nella morte fino al mattino della risurrezione, diventano paradigma di ogni esistenza umana.
E’ solo attraversando ciascuna di queste, seppur impegnative tappe della vita, che si arriva al mattino di Pasqua, a quell’incontro con la Vita piena nel progetto del Padre.
Tappe che possono essere attraversate solo con uno sguardo profondo e con attenzione,( il secondo vegliate al v.35 che in originale è “gremirete”più vicino al significato di tendete verso, attendete). Attenzione che ha un ambivalente significato, essa può essere sia attesa di qualcosa o qualcuno, che tensione verso qualcosa o qualcuno. Che il nostro avvento sia così, ambivalente, capace di accogliere l’arrivo della novità di un bambino inedito; e dedito, teso, proteso alla cura di ogni grande e piccola novità. Buona domenica e buon inizio di avvento a tutti !
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