Maria fedele discepola del Figlio da Nazareth a Gerusalemme
di Miriam D’Agostino (Sr Myriam)
“Anche la Beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e conservato fedelmente la sua unione col figlio sino alla croce” (LG,58) . Partiamo subito da questa considerazione che ci ha suggerito il Concilio Vaticano II nella Costituzione Lumen Gentium, per poter celebrare la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria senza cadere nell’errore di dire e di attribuire a Maria tutto tranne ciò che nei vangeli di lei è scritto.
Luca è l’evangelista che più degli altri ha riservato un posto speciale a Maria, ragazza di Nazareth, in contrapposizione alla figura di Zaccaria, anziano sacerdote del Tempio.
Dopo l’accoglienza incredula di Zaccaria a Gerusalemme, l’annuncio di una nascita sembra stravolgere completamente i progetti di una giovane coppia di Nazereth, malfamata città della Galilea, Dio riscrive la storia a partire da una donna, una giovane donna.
Avrebbe potuto dire di no, avrebbe potuto rifiutarsi di accogliere questo messaggio, dopo 2000 anni ci siamo abituati al suo “Si”, credendo che non avesse alternative perchè è buona, pia, remissiva e bella. No, la Maria che ci raccontano i vangeli non è affatto così.
“Maria non è la chioccia sotto le cui ali cercare protezione, ma la donna con la quale camminare insieme affinchè siano “rovesciati i potenti dai troni, innalzati gli umii, ricolmati di beni gli affamati e romandati amani vuote i ricchi( Lc1,52-53)” E’ questa la Maria che emerge dalla riflessione sui vangeli. Una donna che è grande non solo perchè è la madre di gesù ma perchè ne diventa la fedele discepola e si pone a fianco dello giustiziato contro chi lo ha crocifisso, schierandosi per sempre a favore degli oppressi, dei poveri, dei disprezzati” (cfr. Non ancora Madonna- Maria seondo i vangeli- A. Maggi, Cittadella Editrice)
Maria adersice al messaggio che le viene annunciato perchè riconosce in quelle parole la Parola, perchè nonostante la consapevolezza del rischio di lapidazione che correva su di lei non ha vinto la paura, ma la fiducia in una Vita Nuova, perchè nonostante l’incertezza, l’instabilità, il dubbio sul su cosa sarebbe stato il suo domani, ha preferito aderire all’Oggi della storia che in lei si stava compiendo con la kaire (gioia) che riempie il silenzio di speranza.
Questa non è la festa di chi è bella, buona e dice smepre di sì, ma del “Si” ad ogni paura, sfiducia, rischio, insicurezza, instabilità, precarietà nella quale spesso lasciamo correre le nostre vite, senza gustare la gioa della Vita. Buona festa a tutti!
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