A servizio del bene comune e non asserviti dal dio denaro, una scelta autentica
di Miriam D’Agostino ( Sr Myriam)
Fin quando parliamo di buoni sentimenti, fin quando parliamo di guarigioni, moltiplicazioni di cibo, di belle e sagge parole, forse siamo anche disposti ad alzarci un pò prima per andare a messa la domenica, per ascoltare qualcosa o qualcuno che ci “scaldi” il cuore, ma quando l’argomento diventa così “scottante”, come quello della gestione della ricchezza, la faccenda si complica un pò.Gesù si è lasciato toccare da tutti, dai malati mortalmente infetti come i lebbrosi, dalle prostitute, dagli usurai, dagli esattori delle tasse, dai centurioni pagani e ha toccato tutti i moribondi, i cadaveri, i malati, gli indemoniati.
L’unica cosa dalla quale non si è lasciato sporcare le mani sono proprio i “denari“, non c’è nessun passo della Scrittura che evidenzi questo rapporto di contagio con ciò che simbolicamente attribuiamo ai soldi.
La relazione con la gestione del denaro, diventa questione di gestione del potere, e non solo per chi è “presidente”di qualcosa o qualcuno, ma di quel potere quotidiano e feriale che sperimentiamo nelle relazioni, nei nostri luoghi di confronto, lavoro, formazione, vissuto.
La proposta evangelica di questa domenica è molto concreta, vicina alle nostre tasche, perchè ci mette nudamente nella verità, un pò come dire: nelle cose che fai c’è gratuità o interesse, profitto o condivisione? Metti i tuoi beni a servizio del bene comune, o sei asservito da esso tanto da lasciarti condizionare nel tuo quotidiano?
L’amministratore di questo racconto elimina dal conto i debitrice due avevano nei confronti del suo padrone, quella che sarebbe stata la “sua parte”, i suoi interessi, il suo utile, quel di più che compensava abbondantemente il suo lavoro.
In questo sta la sua furbizia, nello smettere di essere disonesto, nel non farsi “la cresta” su ciò che non è suo, di cui è solo amministratore e non proprietario.
Servizio e fedeltà sono due parole chiavi che sintetizzano la buona notizia di questa domenica, in cui non ci viene chiesto di essere ne straccioni, nè ladri, ma dispensatori di beni, di ricchezza, tutti abbiamo qualcosa da condividere con chi ci sta al fianco, tutti abbiamo almeno il tempo di un “buongiorno” da vivere con l’altro.
Non lasciamoci asservire dal potere compromettente dei soldi, dell’economia, della finanza, di relazioni da trattare come dei compensi commerciali, doniamoci anche la possibilità, di servire l’altro nella fedeltà al Vangelo, considerando che attraverso esso abbiamo possibilità “altre”di stare.
Buona domenica!
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