Apertura al pubblico dello storico orto del monastero
di Miriam D’Agostino (Sr Myriam)
Il giorno Martedì 28 giugno alle ore 10,30 la Comunità monastica benedettina di Bastia aprirà ufficialmente al pubblico il proprio orto alla cittadinanza, in presenza del primo cittadino Stefano Ansideri, entusiasta di questa nuova proposta della comunità monastica da sempre al centro delle attività didattiche, culturali e sociali di Bastia.
Questa nuova iniziativa fortemente voluta dalla Comunità monastica, vuole avvicinare ancor più i bastioli alla vita quotidiana del monastero che vive nel silenzio il carisma benedettino da ormai più di mille anni in queste terre, sempre scandendo le giornate con il ritmo dell’ora et labora.
“Allora saranno veri monaci, quando vivono del lavoro delle proprie mani”, lungimirante San Benedetto che da sempre ha voluto che le sue comunità fossero caratterizzate anche dal lavoro dei campi, cosa che da sempre le monache hanno fatto ma che forse pochi sanno, e allora “abbiamo scelto di aprire le porte del nostro orto, mura più antiche di tutta la cittadina, per dare la possibilità a tutti di conoscere il nostro semplice lavoro, e anche di poter “assaggiare” la genuinità dei nostri prodotti”, ha brevemente commentato la M.Noemi Scarpa, Abbadessa del monastero.
Il lavoro dei campi è fatica, sudore, dedizione, ma anche riscoperta del creato, della bellezza, della fisicità, della condivisione, della collaborazione, del lavoro di “squadra”, dell’ascesi come esercizio di conoscenza di sè davanti alla meraviglia del creato.
L’orto è uno spazio da curare,da convertire, da custodire, da rispettare, metafora della vita monastica che molto ha da imparare dalla scuola della natura.
Insieme al lavoro dell’orto, la nostra comunità ha scelto di integrarsi pienamente con il territorio in cui vive la sua storia, le sue relazioni, e quindi ha scelto da qualche hanno di dedicarsi anche alla raccolta delle olive e alla potatura degli ulivi. Le olive sono tradizionalmente raccolte (in Italia da metà ottobre a fine dicembre) su apposite reti, in alcune regioni battendo i rami con bastoni flessibili, in modo da provocare il distacco dei frutti, oppure in altre, attendendo la completa maturazione e quindi la loro caduta naturale dalla pianta dell’albero.
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