Colmare l’abisso che ci separa dall’altro

Lectio divinaXXVI domenica del Tempo Ordinario: Lc 16,19-31

Colmare l'abisso che ci separa dall'altro
Colmare l'abisso che ci separa dall'altro

 

Colmare l’abisso che ci separa dall’altro

Di  Miriam D’Agostino (Sr Myriam)

Esistono distanze che vorremmo colmare ma che senza accorgerci invece alimentiamo, nella pretesa di trovare prima o poi una soluzione che comodamente azzeri tutto, rimpiazzi situazioni che ci hanno generato frustrazione, conflitto interiore, ansie, paure.

Lazzaro ha un nome, una identità, una postura nel mondo, una personalità, è riconoscibile, il ricco invece è un ruolo, uno tra tanti, uno della mischia, riconoscibile non per il nome che è, ma per quanto grande è il suo banchetto, il suo portafoglio.

Abiti di lusso travestono come un manichino un uomo nella sua, lasciatemi passare il termine, “strafottente” ricchezza, che ha generato però una invisibile distanza, sempre più kilometrica, tra lui e tutti gli altri, tra lui e ogni altra relazione, tra lui e chi gli cammina sotto il tavolo come un cane, ricoperto di piaghe.

Se l’ottusità della ricchezza non serve a costruire ponti, ma ad alimentare ingiustizia sociale ed economica, se invece di essere condivisione del bene comune per il bene comune, si riduce ad appagamento dei bisogni avidi di pochi, allora la distanza, il divario diventa enorme e in alcuni casi incolmabile.

Ma allora qui dove stanno tutti i discorsi della Misericordia, della pace, della  bontà di Dio se il ricco deve restare lì, nei tormenti delle fiamme?

Questa che Luca utilizza in questo passo è una immagine significativa per rendere visibile una verità, il problema non è tanto nell’al di là, la distanza non diventa incolmabile dopo, in un’altra vita, dall’altra parte, quando tutto speriamo di stare un meglio, no, la distanza la creiamo nell’al di qua, nelle nostre relazioni, nei nostri ambienti di lavoro, nelle nostre comunità, famiglie, città, Stati.

Solo quando avremo imparato a condividere  con il Lazzaro che si presenta nella nostra storia, a volte quando meno ce lo aspettiamo, quello che abbiamo, ma soprattutto quello che siamo, i nostri doni, le nostre capacità, il nostro bene operare, e qui che abbiamo la libertà e la facoltà di colmare questa distanza.

Buona domenica a tutti!

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