Dividere e moltiplicare perché la condivisione sia autentica
di Miriam D’Agostino ( Sr.Myriam)
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Dividere per moltiplicare è questo il vero modo di condividere, di far si che l’uomo non sia regolato e calcolato da leggi matematiche che sterilizzano le relazioni, le violentano con i compromessi, le condizionano con il “do ut des”, questo evangelo è la dimostrazione evidente che fin quando ognuno trattiene per se il suo panino nessuno si sazia veramente.
“Date voi stessi da mangiare”, spesso spettacolarizziamo questo segno di vita di Gesù, lo rendiamo un gran bel miracolo che può farci comodo quando abbiamo bisogno di ridurlo al dio del panino, quando abbiamo bisogno di misurare tutto a seconda della nostra pancia, quando sentiamo l’urgenza della fame, senza fermarci un attimo a leggere ciò oltre le nostre pretese. Siamo in zona deserta, non c’è vita, non c’è pane ne acqua, mancano gli elementi base alla sopravvivenza, tutti sono lontani dalle proprie abitazioni, dai propri luoghi di riparo, sono tutti nella stessa condizione di precarietà al limite della sopportazione, è tardi e le pance sono vuote, come si fa? Gesù non moltiplica i pani, e non li divide nemmeno ma educa ciascuno a condividere ciò che ha, a mettere insieme quei pochi pani, che ciascuno allontanandosi ha portato via da casa; in questo passo Gesù non ci libera dalla fame, ma dall’egoismo che ci abita.
Se questo vangelo è proclamato in occasione della solennità del Corpus Domini, un motivo ci dovrà pur essere, e io non credo sia solo perchè dobbiamo fare l’adorazione, le infiorate per le strade o perchè dobbiamo sentirci ripetutamente dire a Messa, nelle omelie, che la Domenica è importante e basta, che ci salviamo a seconda di quanto “pane” abbiamo mangiato; ma perchè la nostra vita sia una vita eucaristica, perchè ciascuno di noi concretizzi nella propria vita questa parola, allora le cose cambiano, e cambiano davvero, perchè la vita assume un colore, un profumo, un sapore nuovo, quello della gratitudine, del ringraziamento (eukaristo).
Gratitudine che genera gratitudine, dono che si fa dono, accoglienza che spalanca le braccia e abbatte i muri, relazioni che hanno la misura del bene comune, che superano la fragile paura del domani. Il dono della moltiplicazione che oggi ci viene offerta da Gesù non è quella di pretendere da lui il piatto a tavola domani magari con suppliche e preghiere, ma imparare da Lui a condividere il poco che si ha e si è, perchè tutti abbiano di che ringraziare. Buona domenica a tutti!
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Buongiorno Sr.Myriam, nel vivere una “vita eucaristica ” intendi offrire noi e i doni che abbiamo, e condividerli? Scusa se chiedo, ma credo mi manchi qualche passaggio
Grazie
Emanuela
Buon giorno e buona domenica… Vita eucaristica è una vita di ringraziamento, dì gratitudine e per me la vera gratitudine non è solo dire grazie a qualcuno che ci ha fatto un dono o un gesto di bene, ma ripetere ad altri lo stesso bene ricevuto, creare relazioni in cui circolino gesti di umanità concreta e visibile. Una vita eucaristica è una vita donata così come ci vi è chiesto nel Vangelo “date voi stessi da mangiare “…