
Incarnazione vuol dire carne: è la nostra stessa carne
di Miriam D’Agostino (Sr Myriam)
Si è fatto carne, e si fa continuamente carne, la mia, la tua, quella di tutti, si impasta, si implica con i nostri percorsi, le nostre storie, le nostre gioie e i nostri dolori.
Prende forma e nasce feconda da dove ogni uomo inizia il suo straordinario cammino della vita: il grembo di una donna.
Nasce, continuamente nasce a vita nuova, redenta, misericordiosa, essenziale, pulita, piena di senso, ricca di eventi.
Un silente inno alla Vita, che non si nasconde dietro le lucine, i regalini, i panettoni, ma irrompe nella storia come la Luce, la Verità, la grazia, la fedeltà, la bellezza, la carne dell’Uomo Nuovo!
Non abbiamo paura di dire che oggi è Natale, che oggi siamo chiamati a vivere il Suo e il nostro nuovo giorno, non si è solo un po’ più buonisti, ma che si vive in ricerca la Bontà.
Non si è solo più cordiali, ma si cerca l’Amicizia, non si è solo più sorridenti ma si cerca la Felicità, e potrebbe non finire mai questo elenco, perché tutti siamo così desiderosi di vitalità.
Il Natale celebra proprio questo il desiderio di una vita nuova, che vada al dirà degli orizzonti bassi in cui spesso racchiudiamo le nostre prospettiva di vita.
Il Natale ci ricorda continuamente che siamo chiamati ad essere altro da noi, perché tendiamo verso un Altro, che ci ama, ci attende, ci incontra.
Lasciamoci stupire ancora quest’anno, lasciamo che la nostra carne si impasti con il logos, con la lucentezza e la trasparenza di questo giorno senza tempo, ma al tempo stesso principio della storia, così come è accaduto a Maria.
Donna forte, che non si è sottratta alla responsabilità dell’accogliere una rischiosa novità, che non si è accontentata del “noto” di lei e del suo progetto di vita, ma a tutto ha anteposto la misteriosa Incarnazione di un Figlio inatteso.
Abbiamo tutti un insaziabile desiderio di Amore, di pace, di gioia, ma dove andare? A chi rivolgersi? Forse basterebbe semplicemente accogliere tutto ciò che quotidianamente ci passa tra le mani con un gusto nuovo, un sapore difficile da descrivere, ma che ci fa dilatare il cuore, alzare lo sguardo, donare un sorriso, tendere una mano. Tra il 24 e il 25 verranno proclamati Vangeli importanti, sui quali invito semplicemente a stare, a fermarsi, a dedicare 10 minuti delle “vacanze natalizie”, almeno per dare un po’ di buon senso al correre di questi giorni.
Il prologo di Giovanni sia inizio, meta, compagno di viaggio, guida, sostegno, conforto, scoperta, ricerca e ascolto del nostro cammino di vita che da questa Santa notte, così buia, ma anche così lucente, così fredda eppure calda e accogliente. E allora, semplicemente buona Incarnazione 2017 a tutti da me e da tutta la mia Comunità!
Link: http://www.monasterosantanna.it/incarnazione-vuol-dire-carne-la-nostra-stessa-carne/
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