Maria e Giuseppe realizzano il desiderio del Padre per l’umanità
di Miriam D’Agostino (Sr Myriam)
NNon è una bella favola millenaria, non il racconto nostalgico del primo Natale della storia, non è solo una canzoncina da imparare a memoria, una scaldatina al cuore: è l’evento straordinario e feriale di un desiderio che prende carne e inizia a realizzarsi.Dopo un lungo elenco di generazioni, con cui Matteo fa iniziare il suo evangelo, all’interno del quale la storia riparte sempre con una donna, ci troviamo in questa domenica proiettati nell’evento che ha cambiato e può sempre cambiare la storia dei singoli e delle comunità.
Avrebbe dovuto ripudiarla, avrebbe dovuto annullare il matrimonio, avrebbe dovuto agire secondo la Legge, secondo il suo credo, secondo la sua religione, secondo quanto da sempre gli era stato insegnato, secondo le consuetudini del suo popolo, della sua gente, della sua famiglia ( cfr. Dt 22,20-21; Os2,4; Gv8,41), se fosse stato “giusto” secondo i canoni giuridici.
E invece no, la giustizia di Giuseppe ha tutto un altro spessore, tutta un’altra dimensione, tutta un’altra profondità, gli basta ascoltare profondamente se stesso, quella voce angelica portatrice di novità divina, che il “si è sempre fatto così” viene infranto definitivamente, per sempre.
Giuseppe riconosce che il desiderio del Padre nella sua vita supera le aspettative che di sè ha costruito, supera e va al di là di ciò che è abituato a credere di sè e di Maria, il baricentro della storia non è più il suo ombelico, ma la nascita dell’uomo nuovo: Gesù.
La giustizia di Giuseppe sta quindi nel non agire secondo norma, ma secondo lo Spirito, sta nel non ripudiare, rimandare in segreto o quant’altro, ma nel vivere con Maria, al suo fianco, portando il peso del giudizio degli altri su questa “inaspettata” gravidanza, nell’assumersi la responsabilità di una paternità ancora prima delle “nozze”, ancora prima di andare a vivere insieme.
L’ Antico Testamento ci aveva abituato a donne sterile che riescono ad avere una gravidanza, come Sara, Rebecca, Anna, ma una “vergine“, una ragazza prima delle nozze definitive no, questa è una novità assoluta, questo non è possibile; eppure è da qui, da questa storia impossibile e fuori dalle “norme”, ma dentro il desiderio del Padre, che il nostro quotidiano può avere il suo stesso sapore, la sua stessa forza, nonostante tutto.
E allora domenica ci avviciniamo al giorno dell’Incarnazione, come Giuseppe e Maria, in silenzio, in punta di piedi, in ascolto di una parola capace di cambiare i nostri programmi se accolta.
Buona Domenica a tutti!
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