Il servizio come unica qualità della fede
Di Miriam D’Agostino ( Sr Myriam)
Attenzione a credere che la fede possa essere un bene da mercificare, un qualcosa di quotato in borsa per cui la si può ” aumentare ” o “diminuire”, attenzione ad entrare in esito paso evangelico con una pre comprensione pregiudiziale, in base alla propria esperienza e basta, sulla fede.
Come sempre vale la regola di contestualizzare il testo all’interno di tutto il Vangelo di Luca e di questo capitolo 17 in particolare.
Prima del v.5 la dimensione che veniva proposta da Gesù ai suoi era quella di un perdono fino a “70 volte 7” che non indica una quantità, ma una qualità, del come il Padre. Ovviamente questo non fa altro che sbalordire gli ascoltatori così tanto da pensare di dover cambiare completamente discorso, come dire con un proverbio ” non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
E allora ecco da dove nasce la richiesta degli apostoli, ” aumenta la nostra fede”; ovviamente Gesù non si lascia prendere alla sprovvista, ma sempre vuole educare alla vita evangelica e propone una mini-parabola proprio per mettere in evidenza che la fede, il perdono, l’amore, non sono calcolabili, non sono misurabili, perché nell’Amore non c’è calcolo e non c’è misura.
Un granello di senapa, basterebbe così poco? Non è un problema di poco o di molto, ma di fede o non fede, di fiducia, di positività, di relazione con l’altro, la vita, il mondo, la storia, la propria storia senza usare il misurino.
E allora come si fa a vedere chi vive di questa fede? Con le preghiere che recita, le messe a cui partecipa, i ritiri spirituali, la memorizzazione del codice di diritto canonico, il catechismo?
No! È la dimensione del servizio, del servizio vissuto, sudato, partecipato non per il merito di, ma per il bene di.
Ogni volta che la parola servizio entra nella nostra giornata, credo che l’icona più che l’immagine da tener sempre presente è quella di Gesù alla lavanda dei piedi, che indossa un grembiule che non toglierà mai più.
Poi ancora attenti ad una falsa umiltà dei “servi inutili” , del vittimismo che altro non è un’altro aspetto della superbia, forse più che inutili si potrebbe tradurre siamo stati “semplicemente servi“, nel senso che, al momento opportuno abbiamo fatto quanto era bene che facessimo.
E allora sì che la buona notizia di questa domenica inizia ad essere qualcosa di concreto, di realizzabile, una possibilità di bene che magari inaspettatamente si presenterà alla nostra domenica.
Buona domenica a tutti.
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