Trasfigurati dall’attesa Pasquale, giornata di luce e nubi
di di Miriam D’Agostino (Sr.Myriam)
Trasfigurati dall’attesa pasquale, domenica vivremo una magnifica giornata di luce e nubi, di Parola e silenzi, di stupore e incertezza che ci farà entrare ancor più in profondità nel nostro cammino verso la meta vittoriosa del Nuovo Giorno.
Dalla vittoria di Gesù del deserto esistenziale, che abita il cuore di ogni uomo e donna, a qualsiasi storia esso appartenga, Marco ci fa fare un passo in avanti.
Dislocati su di un monte, e accompagnati più in profondità a conoscere, o meglio, riconoscere la Luce della Parola che è già dentro il cuore di ciascuno.
Non sappiamo con certezza se questo sia stato un evento storico della vita di Gesù, ma siamo sicuri che ha un sapore, un gusto pasquale molto forte, di cui prenderemo in considerazione alcuni elementi: il monte, Mosè ed Elia, i discepoli, le tende e la nube.
Ogni volta che nella Scrittura parliamo di monte, vuol dire che stiamo riconoscendo un luogo di contatto, in cui l’uomo fa esperienza di Dio.
Un luogo “alto” che ci permette di avere uno sguardo “altro”sulle cose, la storia, il tempo, gli uomini, alla Luce della Parola, infatti è nel momento in cui Gesù condivide la Parola con i suoi che si illumina, viene trasfigurato dal contatto con la Parola.
Mosè ed Elia, non sono solo la Legge e i Profeti, sintesi del credo di Israele, ma sono stati due uomini che hanno portato a compimento il proprio esodo, solo per volere di JHWH, uomini che hanno necessariamente accolto e lasciato operare la Parola nella loro storia.
Pietro, Giacomo e Giovanni, sempre presenti nei momenti in cui Gesù ri-vela qualcosa in più di sé, gli unici a cui viene assegnato un “soprannome”, coloro che sono i privilegiati, ma che fanno più fatica ad uscire dalle loro pretese su Gesù, da ciò che loro avrebbero voluto facesse, dicesse, operasse.
Tende, la ricerca di una sicurezza, il tentativo di inscatolare l’esperienza di Dio in qualcosa di rassicurante, più che di sorprendente, il tentativo di tenere a bada l’esperienza di Dio per confezionarla secondo i nostri canoni di esperibilità.
E invece, no la tenda per Dio è nube.
Ora non si ha più bisogno delle tende, della mediazione sacrale della presenza di Dio, ma la nube scende indipendentemente dalla presenza della tenda o meno, una nube che no garantisce piena visibile, è lì che Dio adesso ha scelto di ri-velarsi.
C’è una parte del mistero di Dio che si dà a noi nella luce, nella trasparenza, e una parte invece che resta avvolta nel mistero, nella nube, nella non-immediata visibilità che ci spinge ala ricerca, che ci mette nell’attesa, perché il desiderio del Padre sull’uomo non si svela come un’istantanea, ma con gradualità, nel mentre di ogni storia personale.
La Trasfigurazione è quindi un evento di luce e mistero che Gesù condivide con l’uomo, luce che trasfigura la vita da dentro, come un indicativo alla vita, in quel luogo privilegiato della Parola, “Ascoltatelo!”
Trasfigurati dall’attesa Pasquale, giornata di luce e nubi
Sono disorientato dalla”nube”, spesso ho bisogno della”tenda”